PICCOLA RIFLESSIONE SU REDDITO DI CITTADINANZA E DINTORNI
Prendo spunto dall’ennesimo post sul reddito di cittadinanza
che mi capita sott’occhio, per condividere una riflessione, che di tanto in
tanto mi ritorna in mente e riguardante l’impatto positivo sulla spinta ai
consumi che il reddito di cittadinanza potrebbe avere o meglio, certamente
avrebbe. In realtà oltre ai “consumi” di beni e servizi, bisogna spingere la “produzione” e la
produzione deve essere nazionale, perché altrimenti, una larga fascia di
cittadini prenderebbe migliorerebbe la sua qualità della vita, ma si
tratterebbe di qualcosa di limitato nel tempo perché con il trend attuale, la
produzione nazionale di beni ed anche di determinati servizi, è destinata a
crollare ulteriormente ed in tal senso è opportuno distinguere tra chi produce
beni e servizi in Italia e paga le tasse in Italia e chi invece le paga
all’estero. Ciò mi spinge a pensare che piuttosto che un “reddito di
cittadinanza”, sarebbe più opportuna una soluzione non esclusivamente monetaria
ma che comprenda sia una componente monetaria pura che una parte relativa al
godimento di determinati beni e servizi di produzione nazionale a prezzo di
costo; i fornitori di tali beni e servizi andrebbero ricercati tra tutti i
soggetti che godono di aiuti pubblici e che a fronte degli aiuti pubblici
ottenuti dovrebbero fornire i propri prodotti e servizi a prezzo di costo ai
possessori di quella che per comodità potrei definire una “carta di
cittadinanza”; ciò permetterebbe ai cittadini beneficiari della “carta di
cittadinanza” di ottenere beni e servizi dei quali altrimenti avrebbero
potenzialmente dovuto fare a meno e alle aziende in crisi di mantenere attiva
la produzione, salvaguardando quindi posti di lavoro ed evitando alle casse
pubbliche l’esborso di ulteriori soldi pubblici per ammortizzatori sociali; in
più le aziende avrebbero la certezza di incassare grazie alla parte monetaria
della “carta di cittadinanza” ed ovviamente a seconda del bene, sarebbe
prevista una rateizzazione.
Alle aziende che usufruiscono di aiuti pubblici aggiungerei
anche una serie di soggetti che hanno problemi con il fisco perché non riescono
a pagare le tasse: aziende, professionisti ed anche cittadini che si sono visti
pignorare un immobile; in questo caso ad esempio, il proprietario di un immobile
verosimilmente destinato a finire all’asta, potrebbe vedere il proprio immobile
dato in utilizzo a possessori di “carta di cittadinanza” i quali verserebbero
all’ente creditore un canone di locazione che potrebbe essere inferiore
rispetto al prezzo di mercato ma che permetterebbe al legittimo proprietario di
non perdere definitivamente l’immobile ed anzi vedrebbe decrescere ed infine
saldato, il proprio debito con l’ente creditore. In questo caso avremmo che:
- il possessore di “carta di cittadinanza” avrebbe una casa
dove abitare;
- l’ente creditore otterrebbe i suoi soldi;
- il debitore salderebbe il debito mantenendo quindi la
proprietà dell’immobile; una volta saldato il debito potrebbe scegliere tra
continuare a locare l’immobile al prezzo inferiore di mercato al possessore di
“carta di cittadinanza” ed avendo quindi la certezza di incassare l’affitto,
oppure rientrarne in possesso. Quanto scritto è naturalmente meramente
esemplificativo ed esulo in questa sede di citare variabili ed opzioni
possibili ma preciso comunque, anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno, che
è più che probabile che coloro a cui viene pignorata la prima casa, diventino
beneficiari della “carta di cittadinanza”; inoltre se l’immobile necessità di
lavori di ristrutturazione, si potrebbero individuare soggetti idonei a
compiere tali lavori tra soggetti diventati involontariamente fiscalmente
debitori ed insolventi; in tal caso tali soggetti potrebbero effettuare i
lavori a prezzi inferiori a quelli di mercato riducendo comunque il loro
debito, i costi sarebbero addebitati al proprietario dell’immobile che comunque
aumenterebbe di valore e tale debito sarebbe saldato grazie alla locazione ai
beneficiari della “carta di cittadinanza”; volendo il proprietario potrebbe
anche scegliere lui i soggetti a cui affidare l’esecuzione dei lavori ma come
detto, in questa sede scrivo di ipotesi a cui andrebbero sommate variabili ed
opzioni.
Un qualcosa di analogo inoltre, si potrebbe paventare come
incentivi all’imprenditoria; più che sgravi fiscali, la possibilità di
beneficiare di immobili e macchinari inutilizzati di aziende in crisi e con
debiti fiscali, a costi inferiori a quelli di mercato; le aziende debitrici
ridurrebbero il debito con lo stato grazie gli incentivi pubblici per le nuove
aziende che a loro volta pagherebbero tasse a beneficio delle casse pubbliche.
Naturalmente anche in questo caso vanno poi considerate tutte una serie di
variabili e di opzioni anche perché, considerando che “fatta la legge, trovato
l’inganno”, va fatta una (durissima) legge contro l’inganno.
Ps. Se malgrado abbia più volte fatto riferimento a
“variabili ed opzioni” in merito ad una eventuale “carta di cittadinanza”,
qualcuno la volesse bollare come “fantasiosa”, evidentemente non ha contezza di
meccanismi e prodotti finanziari che condizionano la vita dei cittadini e
interi stati e non di rado, anche all’insaputa dei cittadini stessi che
ignorano prodotti e meccanismi finanziari indegni dell’ultima e più malfamata
bisca clandestina e che andrebbero approfonditi con l’ausilio di un DSM
(Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders),che per intenderci è il
Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali e/o con un buon manuale
di criminlogia.