giovedì 6 agosto 2015

PICCOLA RIFLESSIONE SU REDDITO DI CITTADINANZA E DINTORNI


Prendo spunto dall’ennesimo post sul reddito di cittadinanza che mi capita sott’occhio, per condividere una riflessione, che di tanto in tanto mi ritorna in mente e riguardante l’impatto positivo sulla spinta ai consumi che il reddito di cittadinanza potrebbe avere o meglio, certamente avrebbe. In realtà oltre ai “consumi” di beni e servizi,  bisogna spingere la “produzione” e la produzione deve essere nazionale, perché altrimenti, una larga fascia di cittadini prenderebbe migliorerebbe la sua qualità della vita, ma si tratterebbe di qualcosa di limitato nel tempo perché con il trend attuale, la produzione nazionale di beni ed anche di determinati servizi, è destinata a crollare ulteriormente ed in tal senso è opportuno distinguere tra chi produce beni e servizi in Italia e paga le tasse in Italia e chi invece le paga all’estero. Ciò mi spinge a pensare che piuttosto che un “reddito di cittadinanza”, sarebbe più opportuna una soluzione non esclusivamente monetaria ma che comprenda sia una componente monetaria pura che una parte relativa al godimento di determinati beni e servizi di produzione nazionale a prezzo di costo; i fornitori di tali beni e servizi andrebbero ricercati tra tutti i soggetti che godono di aiuti pubblici e che a fronte degli aiuti pubblici ottenuti dovrebbero fornire i propri prodotti e servizi a prezzo di costo ai possessori di quella che per comodità potrei definire una “carta di cittadinanza”; ciò permetterebbe ai cittadini beneficiari della “carta di cittadinanza” di ottenere beni e servizi dei quali altrimenti avrebbero potenzialmente dovuto fare a meno e alle aziende in crisi di mantenere attiva la produzione, salvaguardando quindi posti di lavoro ed evitando alle casse pubbliche l’esborso di ulteriori soldi pubblici per ammortizzatori sociali; in più le aziende avrebbero la certezza di incassare grazie alla parte monetaria della “carta di cittadinanza” ed ovviamente a seconda del bene, sarebbe prevista una rateizzazione.
Alle aziende che usufruiscono di aiuti pubblici aggiungerei anche una serie di soggetti che hanno problemi con il fisco perché non riescono a pagare le tasse: aziende, professionisti ed anche cittadini che si sono visti pignorare un immobile; in questo caso ad esempio, il proprietario di un immobile verosimilmente destinato a finire all’asta, potrebbe vedere il proprio immobile dato in utilizzo a possessori di “carta di cittadinanza” i quali verserebbero all’ente creditore un canone di locazione che potrebbe essere inferiore rispetto al prezzo di mercato ma che permetterebbe al legittimo proprietario di non perdere definitivamente l’immobile ed anzi vedrebbe decrescere ed infine saldato, il proprio debito con l’ente creditore. In questo caso avremmo che:
- il possessore di “carta di cittadinanza” avrebbe una casa dove abitare;
- l’ente creditore otterrebbe i suoi soldi;
- il debitore salderebbe il debito mantenendo quindi la proprietà dell’immobile; una volta saldato il debito potrebbe scegliere tra continuare a locare l’immobile al prezzo inferiore di mercato al possessore di “carta di cittadinanza” ed avendo quindi la certezza di incassare l’affitto, oppure rientrarne in possesso. Quanto scritto è naturalmente meramente esemplificativo ed esulo in questa sede di citare variabili ed opzioni possibili ma preciso comunque, anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno, che è più che probabile che coloro a cui viene pignorata la prima casa, diventino beneficiari della “carta di cittadinanza”; inoltre se l’immobile necessità di lavori di ristrutturazione, si potrebbero individuare soggetti idonei a compiere tali lavori tra soggetti diventati involontariamente fiscalmente debitori ed insolventi; in tal caso tali soggetti potrebbero effettuare i lavori a prezzi inferiori a quelli di mercato riducendo comunque il loro debito, i costi sarebbero addebitati al proprietario dell’immobile che comunque aumenterebbe di valore e tale debito sarebbe saldato grazie alla locazione ai beneficiari della “carta di cittadinanza”; volendo il proprietario potrebbe anche scegliere lui i soggetti a cui affidare l’esecuzione dei lavori ma come detto, in questa sede scrivo di ipotesi a cui andrebbero sommate variabili ed opzioni.
Un qualcosa di analogo inoltre, si potrebbe paventare come incentivi all’imprenditoria; più che sgravi fiscali, la possibilità di beneficiare di immobili e macchinari inutilizzati di aziende in crisi e con debiti fiscali, a costi inferiori a quelli di mercato; le aziende debitrici ridurrebbero il debito con lo stato grazie gli incentivi pubblici per le nuove aziende che a loro volta pagherebbero tasse a beneficio delle casse pubbliche. Naturalmente anche in questo caso vanno poi considerate tutte una serie di variabili e di opzioni anche perché, considerando che “fatta la legge, trovato l’inganno”, va fatta una (durissima) legge contro l’inganno.
Ps. Se malgrado abbia più volte fatto riferimento a “variabili ed opzioni” in merito ad una eventuale “carta di cittadinanza”, qualcuno la volesse bollare come “fantasiosa”, evidentemente non ha contezza di meccanismi e prodotti finanziari che condizionano la vita dei cittadini e interi stati e non di rado, anche all’insaputa dei cittadini stessi che ignorano prodotti e meccanismi finanziari indegni dell’ultima e più malfamata bisca clandestina e che andrebbero approfonditi con l’ausilio di un DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders),che per intenderci è il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali e/o con un buon manuale di criminlogia.
Emanuele Mazzaglia

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