tag:blogger.com,1999:blog-39570514736618392592024-02-19T22:26:29.055-08:00Articolo 36Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.comBlogger18125tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-92219141780016824432015-08-06T03:32:00.000-07:002015-08-06T03:48:01.675-07:00PICCOLA RIFLESSIONE SU REDDITO DI CITTADINANZA E DINTORNI<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
Prendo spunto dall’ennesimo post sul reddito di cittadinanza
che mi capita sott’occhio, per condividere una riflessione, che di tanto in
tanto mi ritorna in mente e riguardante l’impatto positivo sulla spinta ai
consumi che il reddito di cittadinanza potrebbe avere o meglio, certamente
avrebbe. In realtà oltre ai “consumi” di beni e servizi, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>bisogna spingere la “produzione” e la
produzione deve essere nazionale, perché altrimenti, una larga fascia di
cittadini prenderebbe migliorerebbe la sua qualità della vita, ma si
tratterebbe di qualcosa di limitato nel tempo perché con il trend attuale, la
produzione nazionale di beni ed anche di determinati servizi, è destinata a
crollare ulteriormente ed in tal senso è opportuno distinguere tra chi produce
beni e servizi in Italia e paga le tasse in Italia e chi invece le paga
all’estero. Ciò mi spinge a pensare che piuttosto che un “reddito di
cittadinanza”, sarebbe più opportuna una soluzione non esclusivamente monetaria
ma che comprenda sia una componente monetaria pura che una parte relativa al
godimento di determinati beni e servizi di produzione nazionale a prezzo di
costo; i fornitori di tali beni e servizi andrebbero ricercati tra tutti i
soggetti che godono di aiuti pubblici e che a fronte degli aiuti pubblici
ottenuti dovrebbero fornire i propri prodotti e servizi a prezzo di costo ai
possessori di quella che per comodità potrei definire una “carta di
cittadinanza”; ciò permetterebbe ai cittadini beneficiari della “carta di
cittadinanza” di ottenere beni e servizi dei quali altrimenti avrebbero
potenzialmente dovuto fare a meno e alle aziende in crisi di mantenere attiva
la produzione, salvaguardando quindi posti di lavoro ed evitando alle casse
pubbliche l’esborso di ulteriori soldi pubblici per ammortizzatori sociali; in
più le aziende avrebbero la certezza di incassare grazie alla parte monetaria
della “carta di cittadinanza” ed ovviamente a seconda del bene, sarebbe
prevista una rateizzazione. </div>
<div class="MsoNormal">
Alle aziende che usufruiscono di aiuti pubblici aggiungerei
anche una serie di soggetti che hanno problemi con il fisco perché non riescono
a pagare le tasse: aziende, professionisti ed anche cittadini che si sono visti
pignorare un immobile; in questo caso ad esempio, il proprietario di un immobile
verosimilmente destinato a finire all’asta, potrebbe vedere il proprio immobile
dato in utilizzo a possessori di “carta di cittadinanza” i quali verserebbero
all’ente creditore un canone di locazione che potrebbe essere inferiore
rispetto al prezzo di mercato ma che permetterebbe al legittimo proprietario di
non perdere definitivamente l’immobile ed anzi vedrebbe decrescere ed infine
saldato, il proprio debito con l’ente creditore. In questo caso avremmo che:</div>
<div class="MsoNormal">
- il possessore di “carta di cittadinanza” avrebbe una casa
dove abitare;</div>
<div class="MsoNormal">
- l’ente creditore otterrebbe i suoi soldi;</div>
<div class="MsoNormal">
- il debitore salderebbe il debito mantenendo quindi la
proprietà dell’immobile; una volta saldato il debito potrebbe scegliere tra
continuare a locare l’immobile al prezzo inferiore di mercato al possessore di
“carta di cittadinanza” ed avendo quindi la certezza di incassare l’affitto,
oppure rientrarne in possesso. Quanto scritto è naturalmente meramente
esemplificativo ed esulo in questa sede di citare variabili ed opzioni
possibili ma preciso comunque, anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno, che
è più che probabile che coloro a cui viene pignorata la prima casa, diventino
beneficiari della “carta di cittadinanza”; inoltre se l’immobile necessità di
lavori di ristrutturazione, si potrebbero individuare soggetti idonei a
compiere tali lavori tra soggetti diventati involontariamente fiscalmente
debitori ed insolventi; in tal caso tali soggetti potrebbero effettuare i
lavori a prezzi inferiori a quelli di mercato riducendo comunque il loro
debito, i costi sarebbero addebitati al proprietario dell’immobile che comunque
aumenterebbe di valore e tale debito sarebbe saldato grazie alla locazione ai
beneficiari della “carta di cittadinanza”; volendo il proprietario potrebbe
anche scegliere lui i soggetti a cui affidare l’esecuzione dei lavori ma come
detto, in questa sede scrivo di ipotesi a cui andrebbero sommate variabili ed
opzioni. </div>
<div class="MsoNormal">
Un qualcosa di analogo inoltre, si potrebbe paventare come
incentivi all’imprenditoria; più che sgravi fiscali, la possibilità di
beneficiare di immobili e macchinari inutilizzati di aziende in crisi e con
debiti fiscali, a costi inferiori a quelli di mercato; le aziende debitrici
ridurrebbero il debito con lo stato grazie gli incentivi pubblici per le nuove
aziende che a loro volta pagherebbero tasse a beneficio delle casse pubbliche.
Naturalmente anche in questo caso vanno poi considerate tutte una serie di
variabili e di opzioni anche perché, considerando che “fatta la legge, trovato
l’inganno”, va fatta una (durissima) legge contro l’inganno.</div>
<div class="MsoNormal">
Ps. Se malgrado abbia più volte fatto riferimento a
“variabili ed opzioni” in merito ad una eventuale “carta di cittadinanza”,
qualcuno la volesse bollare come “fantasiosa”, evidentemente non ha contezza di
meccanismi e prodotti finanziari che condizionano la vita dei cittadini e
interi stati e non di rado, anche all’insaputa dei cittadini stessi che
ignorano prodotti e meccanismi finanziari indegni dell’ultima e più malfamata
bisca clandestina e che andrebbero approfonditi con l’ausilio di un DSM
(Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders),che per intenderci è il
Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali e/o con un buon manuale
di criminlogia.</div>
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<!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-90798709333448524302012-04-20T15:19:00.000-07:002012-04-23T01:39:44.409-07:00BENZINA: OLTRE LE TASSE C’E’ DI PIU’<div style="text-align: center;">
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<span style="font-size: x-large;"><b>DAL PETROLIO RIFIUTATO AL PETROLIO REGALATO, PASSANDO PER l'IMMANCABILE FINANZA </b></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<object class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="http://1.gvt0.com/vi/eAMM_6z3uRE/0.jpg" height="266" width="320"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/eAMM_6z3uRE&fs=1&source=uds" />
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Mentre continua il salasso petrolifero che sta portando i cittadini ad andare a fare benzina con il laccio emostatico e, le aziende ad esborsi che le rendono sempre meno competitive rispetto alle aziende straniere, sono passate quasi inosservate le recenti dichiarazioni del Ministro del petrolio saudita Al Naimi: “Oggi, e già da qualche tempo, l’offerta di greggio supera la domanda di almeno un milione di barili al giorno”, “Vi assicuro che non c’è alcuna carenza” ha insistito il ministro” ed ancora “Fidatevi della Saudi Aramco (1). Se ordinate 12,5 mbg (milioni di barili al giorno), vi saranno consegnati. Ma quando chiediamo ai clienti se hanno bisogno di più petrolio la risposta è invariabilmente no grazie”, “…c’è un sacco di offerta. E la domanda che non sta certo tirando”(2); se è vero che il prezzo della benzina in Italia è altissimo per via di una spaventosa tassazione il cui ricavato viene per lo più sperperato da una delle peggiori classi dirigenti che la storia d’Italia, e forse dell’intero pianeta, abbia mai conosciuto, è anche vero che si trascura il meccanismo di formazione del prezzo del petrolio stesso.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.saudiarabian.tv/wp-content/uploads/2009/07/ali-bin-ibrahim-al-naimi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.saudiarabian.tv/wp-content/uploads/2009/07/ali-bin-ibrahim-al-naimi.jpg" width="278" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Non è la prima volta che in ambito petrolifero si verificano “anomalie” del genere descritto da Al Naimi; si va dai tentativi fatti per convincere Enrico Mattei ad accordarsi con le “sette sorelle” per stabilire assieme un certo prezzo del petrolio per l’Italia sì da poter guadagnare tutti di più, fino al fenomeno delle petroliere che non scaricano il petrolio dei tempi recenti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Nel gennaio 2009, mentre l’Italia e l’Europa rischiavano di restare senza gas e petrolio russi, c’erano 80 milioni di barili di greggio che non venivano scaricati dalle petroliere che lo trasportavano, in attesa che il prezzo salisse; con una modica cifra si può tenere una superpetroliera a spasso per un mese per guadagnare sul contemporaneo aumento della quotazione e, ad utilizzare le superpetroliere sono sempre di più banche ed altri intermediari che speculando, aumentano i loro utili danneggiando l’economia reale, dall’industria ai servizi, dalle fabbriche ai trasporti, che per non chiudere, dovranno alzare i prezzi dei loro prodotti e/o tagliare i salari a discapito di lavoratori e consumatori e dei cittadini in generale (3).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il giochetto rende bene, basta fare l’esempio di alcune petroliere che ferme al largo delle coste britanniche per due mesi, hanno visto salire il valore del greggio stivato da 313 a 378 milioni di sterline determinando così un profitto del 21% senza fare nulla (4) ma sicuramente c’è chi ha fatto di meglio perché a tra il febbraio ed il maggio dello stesso anno, il prezzo del greggio salì da 40 a 65 dollari (appena appena il 61%.), rincari che portarono il già ex ministro dell’economia (e rappresentante per l’Italia della banca d’affari Morgan Stanley) Domenico Siniscalco, a parlare di speculazione e del ritorno dei famigerati “derivati”(5).</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">I derivati sono contratti o titoli il cui prezzo si basa sul valore di mercato di uno o più beni (nella fattispecie, il petrolio), si parla quindi di “finanza” perché il prezzo del petrolio si basa sui “futures”,che sono contratti a termine standardizzati per poter essere negoziati facilmente in borsa, ciascuno del valore di 1.000 barili; si tratta di opzioni virtuali di acquisto che spesso non vengono nemmeno messe in pratica perché si scambia molto più petrolio di quello realmente estratto ma, si badi bene, non ci si riferisce a tutto il petrolio estratto nel mondo ma, al petrolio estratto in Texas e a quello del Mare del nord; il prezzo stabilito per questi viene poi fatto valere per tutto il resto della produzione mondiale. Nel caso del petrolio texano il mercato di riferimento è il Nymex (New York Mercantile Exchange) mentre il Brend europeo è scambiato presso l’Ice (IntercontinentalExchange); per poter accedere a tali mercati, sono richieste particolari caratteristiche ed investimenti minimi talmente elevati da precludere l’accesso ai piccoli risparmiatori riservando così tale mercato a compagnie petrolifere, grandi banche d’affari e produttori di energia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Con l’avvento di strumenti finanziari come gli Etf (Exchange Traded Fund), gli Etc (Exchange Traded Commodities) o i Certificate, alcuni emittenti hanno creato delle società veicolo che investono in materie prime (ma anche su azioni e altri prodotti finanziari) e le cui quote sono contrattate come normali azioni con caratteristiche di taglio e liquidità del tutto simili ai tradizionali mercati azionari; ciò ha però “generato dei fattori distorsivi macroeconomici notevoli. Secondo diverse stime il volume delle speculazioni su prodotti come il petrolio supera oggi di dieci volte il valore effettivo del petrolio in circolazione” aumentando il pericolo di bolle speculative e di conseguenza i rischi per i piccoli investitori; se da un lato le continue oscillazioni, anche artificiose (per via della speculazione e della domanda distorta) dei mercati del petrolio e quindi delle industrie ad esso collegato hanno favorito utili molto alti, per altri versi hanno danneggiato le imprese che se ne servono con conseguenti effetti negativi su tutta l’economia reale (7); così tra vendite allo scoperto, HFT (High Frequency Trading, letteralmente transazioni ad alta frequenza) meglio noto come “flash trading”, trust, e compagnia bella, il prezzo di CDS, del petrolio, e di altre materie prime come il grano salgono (di continuo) e scendono (ogni tanto), le aziende chiudono, gli stati vanno i default e la gente finisce per strada o meglio ancora, muore letteralmente di fame, come nel caso della speculazione sul grano e su altri alimenti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">I fatti danno così ragione ad Enrico Mattei, promotore di rapporti diretti tra produttori e consumatori di petrolio; egli può e deve essere considerato e ricordato come “Uomo di Stato” con il “Senso dello Stato” e per questo, era inviso all’estero da taluni centri di potere che magari oggi lodano certi attuali esponenti della vita pubblica del nostro Paese che, va ricordato, è anch’esso produttore di petrolio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">La produzione italiana è concentrata in Basilicata, dove si estrae l’80% della produzione nazionale (l’equivalente del 6% del fabbisogno nazionale) per un valore potenziale di 70 miliardi di euro annui; per poter sfruttare tale petrolio, le compagnie petrolifere fino al 2009 pagavano un’aliquota del 7% sul valore dei barili prodotti contro l’85% che riceve l’Indonesia e la Libia (almeno prima della sua “liberazione”), l’80% di Russia e Norvegia, il 60% dell’Alaska, il 50% del Canada ed il 45% di Kazakistan e Nigeria (8); con la legge n.99 del 23 luglio 2009 l’aliquota è salita dal 7% al 10% (9); oltre ai giacimenti di petrolio, l’Italia dispone anche di giacimenti di gas naturale che nel 2009 coprivano il 15% del fabbisogno nazionale. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/X-LJb5w7mb0?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Gli appetiti stranieri per le risorse italiane, non sono certo una novità; nel 1955 ad esempio, a seguito della scoperta di giacimenti petroliferi in Italia, “l’ambasciatrice americana Clara Booth Luce, dietro le quinte premeva affinché una grande compagnia del suo paese ottenesse in concessione buona parte della Valle Padana e perché l’Italia adottasse una legge petrolifera di tipo coloniale, simile a quella libica del re Idriz, nettamente favorevole alle compagnie” (10).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Chi sa come mai, ogni qualvolta qualche governo decide di nazionalizzare i giacimenti e le società petrolifere nazionali, all’estero vengono additati dittatori, come repubbliche delle banane mentre coloro che privatizzano, svendono e regalano le risorse nazionali ricevono sempre elogi e grandi onori.</span></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"> Fonti:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: large;">(1)<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>È la
società petrolifera saudita controllata al 100% dal governo saudita</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: large;">(2)<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>Il
Sole 24 Ore, 21 marzo 2012</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: large;">(3)<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>Corriere
della Sera, 15 gennaio 2009</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: large;">(4)<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span><span style="font-size: large;"> CG – gestoricarburanti.it, 19 novembre 2009</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: large;">(5)<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>Il
Sole 24 Ore, 29 maggio 2009</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: large;">(6)<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>Panorama
Economy, 7 settembre 2005</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: large;">(7)<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>Borsaitaliana.it
– L’energia per l’investitore</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: large;">(8)<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>Il
Giornale, 17 gennaio 2012</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: large;">(9)<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-family: "Times New Roman"; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>Ministero
dello Sviluppo Economico – Dipartimento per l’Energia</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
<span style="font-size: large;">(10) Ahi serva Italia, Paolo
Syolos Labini</span></div>Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-31914382025136113312011-05-22T08:35:00.001-07:002011-05-22T08:45:41.938-07:00BARATTI E RIBASSI<div style="text-align: justify;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.carnetverona.it/_files/redazionali/immagini/baratto1.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 415px; height: 276px;" src="http://www.carnetverona.it/_files/redazionali/immagini/baratto1.jpg" alt="" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;font-size:130%;" ><span style="font-family:verdana;">«....se barattiamo salari bassi con la sicurezza psicologica del posto di lavoro, con cosa li tratterremo poi quelli bravi? Alla fine ci costerebbero di più»</span></span><br /><br /><br /></div><div style="text-align: justify;"><span class="messageBody"><span style="font-size:130%;">Questa "illuminante" riflessione è estrapolata da un articolo pubblicato su "IL MONDO" (1) e penso che la dica lunga su una certa visione che c'è in Italia del mercato del lavoro; diversi anni fà, non ero affatto ottimista all'idea che si passasse dal "collocamento" al "mercato" del lavoro ed i fatti purtroppo, sembra che mi stiano dando ragione.</span></span><br /><br /><span class="messageBody"><span style="font-size:130%;">Ritengo possa essere interessante confrontare il ragionamento sulla sicurezza psicologica del lavoratore con quanto dichiarato dal ministro Tremonti in merito alla ventilata proroga a 90 anni delle concessioni dei litorali italiani: «Abbiamo ritenuto - spiega il m inistro - che un diritto lungo dia una prospettiva di tempo sufficiente per fare degli investimenti e creare lavoro» (2); per dovere di cronaca, la proroga è stata poi ridotta ad "appena" 20 anni.</span></span><br /><span class="messageBody"><span style="font-size:130%;">Resta un mistero il perchè il lavoratore dipendente dovrebbe avere meno, molte meno garanzie e molta meno sicurezza, rispetto al lavoratore imprenditore.</span></span><br /><br /><span class="messageBody"><span style="font-size:130%;">Gli effetti che tale insicurezza produce sul lavoratore dipendente sono invece molto meno misteriosi e spaziano da una sempre minore e comunque ritardata emancipazione dal nucleo famigliare alla scarsa propensione al matrimonio, alla procreazione, all'acquisto di una propria casa; si produce una demotivazione che influisce negativamente anche sugli investimenti in "sapere" ed il drastico calo degli "immatricolati" negli atenei italiani ne è un chiaro segnale (3).</span></span><br /><br /><span class="messageBody"><span style="font-size:130%;">L'illuminante riflessione iniziale non può non farmi sorgere un dubbio: se ai più bravi si concedesse la sicurezza piscologica piuttosto che farli "costare di più", devo pensare che manterebbero salari bassi, sicuri ma al pari di coloro che non hanno la sicurezza psicologica, bassi (4). Domanda: bassi quanto? In linea con quanto sancito dalla Costituzione con l'articolo 36 o al di sotto e quindi, incostituzionali?</span></span><br /></div><h6 class="uiStreamMessage" ft="{"type":"msg"}" style="font-family:verdana;"><span class="messageBody"><br />(1) <a href="http://www.swas.polito.it/services/Rassegna_Stampa/dett.asp?id=4028-137656138" rel="nofollow" target="_blank">http://www.swas.polito.it/services/Rassegna_Stampa/dett.asp?id=4028-137656138</a><br />(2) <a href="http://www.repubblica.it/economia/2011/05/05/news/sviluppo_spiagge-15819124/?ref=HRER1-1" rel="nofollow" target="_blank">http://www.repubblica.it/economia/2011/05/05/news/sviluppo_spiagge-15819124/?ref=HRER1-1</a><br />(3) <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-01-26/ritratto-universita-italiana-calano-131501_PRN.shtml" rel="nofollow" target="_blank">http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-01-26/ritratto-universita-italiana-calano-131501_PRN.shtml</a><br />(4) Ci si ricordi che (almeno in teoria) il lavoratore precario non può essere discriminato rispetto al lavoratore con contratto a tempo indeterminato.</span></h6><!-- Inizio Codice ShinyStat --><script type="text/javascript" language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73"></script><noscript></noscript><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-65387491747058008732011-04-08T16:44:00.000-07:002011-04-08T17:12:02.947-07:00A PROPOSITO DI PRECARIATO...<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.comunicazionedemocratica.it/comunicazionedemocratica/system/treu.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 510px; height: 248px;" src="http://www.comunicazionedemocratica.it/comunicazionedemocratica/system/treu.jpg" alt="" border="0" /></a><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-weight: bold;font-size:180%;" ><span style="font-family: verdana;">l'Unità: "Precari domani in piazza:<br />«Berlusconi ci umilia»"</span></span><span style="font-weight: bold;"> (</span><a style="font-weight: bold;" href="http://www.unita.it/italia/precari-domani-in-piazza-berlusconi-ci-umilia-1.281368">1</a><span style="font-weight: bold;">)</span><br /></div><span style="font-size:130%;"><br /></span><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;">Chi si ricorda com'è nato il precariato in Italia?</span><br /></div><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-size:130%;">"Il "Pacchetto Treu" viene considerato come uno dei principali atti legislativi che hanno permesso la nascita del precariato." (<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tiziano_Treu">2</a>) - "Il pacchetto Treu ha recato profonde modifiche al mercato del lavoro. La legge contiene disposizioni che regolano direttamente determinati istituti (apprendistato, tirocini, lavoro interinale), disposizioni sulla produzione legislativa futura e disposizioni di rinvio della contrattazione sociale.<br /><br />Il lavoro interinale, precedentemente vietato dalla Legge n. 1369 del 1960 (Divieto di intermediazione e interposizione nelle prestazioni di lavoro), entra a far parte dell'ordinamento italiano del lavoro con questa legge." (<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pacchetto_Treu">3</a>)<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.partitodemocratico.it/imagesfe/20080423_treu91427_img.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 320px;" src="http://www.partitodemocratico.it/imagesfe/20080423_treu91427_img.jpg" alt="" border="0" /></a></span><span style="font-size:130%;"><br />Chi è Tiziano Treu? Dal 2008 è senatore del PD, nel 2006 era stato eletto senatore con la "Margherita", anche nel 2001 viene eletto senatore e confluisce nella "Margherita"; è Ministro dei Trasporti nel primo Governo D'Alema, Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale nel primo Governo Prodi; evidentemente il pacchetto Treu varato mentre era ministro del lavoro durante il precedente Governo Dini, era stato ben apprezzato dal centro sinistra. Chi sa cosa ne pensa il caro Treu dell'articolo 36 della Costituzione (<a href="http://www.facebook.com/?ref=logo#%21/group.php?gid=55394618161&v=info">4</a>); una cosa mi sembra evidente: quella cosa che per luogo comune viene chiamata "opposizione" e che personalmente identifico come "concorrenza", dopo aver "usato" contro Berlusconi la carta della dignità delle donne ora usa il sacrosanto malcontento dei precari; ovvio però, che in caso d'inversione di maggioranza, i margini sarebbero molto risicati e mica nel centro sinistra tutti sono contro il precariato. Più facile che, agitando lo spettro dell'ennesimo ritorno di Berlusconi (o di chi per lui), si privatizzino acqua ed aria, magari arricchita dall'uranio di qualche bella centrale nucleare, energia a cui qualcuno nel centro sinistra, strizza tutt'ora l'occhio.<br /><br />Spero di essere pessimista anche se, purtroppo, temo di essere semplicemente realista ma la prospettiva, mi sembra quella di "cambiare tutto per non cambiare nulla".<br /><br />1) http://www.unita.it/italia/precari-domani-in-piazza-berlusconi-ci-umilia-1.281368<br /><br />2) http://it.wikipedia.org/wiki/Tiziano_Treu<br /><br />3) http://it.wikipedia.org/wiki/Pacchetto_Treu<br /><br />4) http://www.facebook.com/?ref=logo#!/group.php?gid=55394618161&v=info<br /></span></div><!-- Inizio Codice ShinyStat --><script type="text/javascript" language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73"></script><noscript><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a></noscript><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-70886330503005016842011-01-17T14:16:00.000-08:002011-02-15T09:39:11.868-08:00SUL REFERENDUM E SUL DIKTAT<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.circolinodeinerd.net/wp-content/uploads/2009/05/suicidio.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 456px; height: 284px;" src="http://www.circolinodeinerd.net/wp-content/uploads/2009/05/suicidio.jpg" alt="" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: center;"><object width="640" height="385"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/VOtxVGjsUWI?fs=1&hl=it_IT"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/VOtxVGjsUWI?fs=1&hl=it_IT" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="640" height="385"></embed></object><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;"><br /><br /></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">Leggo su "</span><a style="font-family: courier new;" href="http://www.unita.it/economia/camusso-a-cisl-e-uil-br-su-rappresentanza-facciamo-cosi-1.266619">l'Unità</a><span style="font-family:courier new;">" che"Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha inviato oggi ai leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, la proposta del sindacato, approvata sabato dopo il referendum Mirafiori, sulla rappresentanza e la democrazia sindacale"; non entro nel merito delle proposte ma della premessa e cioè, il "referendum" di Mirafiori e a tal fine cerco su Wikipedia il significato della parola "referendum".</span></span><br /></div></div><br /><br /><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">"La parola </span><a style="font-family: courier new;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum">referendum</a><span style="font-family:courier new;"> riprende il gerundivo neutro latino del verbo refero ed indica lo strumento attraverso cui il corpo elettorale viene consultato direttamente su temi specifici; esso è uno strumento di democrazia diretta, consente cioè agli elettori di fornire - senza intermediari - il proprio parere su un tema oggetto di discussione.</span></span>"<br /><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Se </span><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >dell'AD di FIAT Sergio Marchionne </span><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >ne ascoltiamo</span><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" > o ne leggiamo le dichiarazioni, la sensazione non è precisamente quella del referendum; ad esempio, se andiamo a leggere quanto riportato su <a href="http://www.libero-news.it/news/589828/Marchionne_su_Mirafiori___Col__no__vado_in_Canada_.html">Libero</a> e cioè che "Il nostro obiettivo è quello di avere il 51%" al referendum del 13 e 14 gennaio per portare avanti l'investimento nel sito di Mirafiori. Se non si raggiunge il 51%, ha detto l'ad, "salta tutto e andiamo altrove" la sensazione è piuttosto quella del diktat</span><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">; naturalmente sta a ciascuno di noi valutare se quanto avvenuto a Mirafiori sia perfettamente o comunque a grandi linee, un referendum o piuttosto un diktat, di cui cercando il significato letterale sempre su </span><a style="font-family: courier new;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Diktat">Wikipedia</a><span style="font-family:courier new;"> troviamo che sta ad indicare</span></span><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;"> "sia una dura condizione non negoziale imposta sulla parte soccombente in un confronto (</span></span><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" class="mw-redirect" >trattato di pace</span><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">, armistizio, resa, etc.) sia un decreto o ordine autoritario indiscutibile emanato da un potere rappresentativo."</span></span><br /><br /><br /><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">A onor del vero, Marchione sa tirar bene acqua al proprio mulino ed evita di parlare di chiusura di Mirafiori ma dichiara che "non faremo più l'investimento a Mirafiori e questo avrà le sue conseguenze sociali e le gestiremo da venerdì sera in poi"; bravino non c'è che dire bravino e fortunato perchè chi avrebbe avuto titolo di chiedere lumi ben più chiari, ossia il </span><a style="font-family: courier new;" href="http://www.governo.it/Governo/Biografie/ministri/Sacconi_maurizio.html">Ministro del Lavoro, Salute* e Politiche Sociali</a><span style="font-family:courier new;"> Maurizio Sacconi, mi sembra che non l'abbia fatto e, se un'azienda automoblistica (che almeno per i profani, richiede investimenti) decide di non investire in uno stabilimento, la sensazione molto forte è che voglia chiudere lo stabilimento in questione privando del lavoro e quindi della fonte di sostentamento i lavoratori che al limite godrebbero degli ammortizzatori sociali concessi dal Ministero e naturalmente pagati con somma gioia da tutti coloro che non hanno una busta paga "off shore".<br /><br />Considerato ciò, specialmente da parte di chi era contrario, è ancora il caso di parlare di referendum legittimando l'evento di Mirafiori come tale?</span></span><br /><br /><br /><br /><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">* La Legge 13 novembre 2009, n. 172, istituisce nuovamente il </span><a style="font-family: courier new;" href="http://www.salute.gov.it/ministero/sezMinistro.jsp?label=bio">Ministero della Salute</a><span style="font-family:courier new;">, scorporandolo dal Ministero del Lavoro, della salute e delle Politiche sociali; a ricoprire l'incarico di Ministro della Salute viene chiamato il prof. Ferruccio Fazio, già Vice Ministro con ampie deleghe alla salute nel Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali dal 21 maggio 2009 al 12 dicembre; fino ad allora era il vice di Maurizio Sacconi che oltre ad essere ministro è anche il marito della signora Enrica Giorgetti che oltre </span></span><span style=";font-family:Times New Roman;font-size:130%;" >ad aver ricoperto tra i tanti incarichi, quello di "<a href="http://www5.autostrade.it/press-wcm.nsf/vwINTA/e3b9e9f189d9bcabc1256ee1004381eb?Open">Direttore della Direzione Lobby e Legislazione di Confindustria</a></span><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">", secondo quel "comunista" di Vittorio Feltri è "</span></span><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" class="newsSottotitolo" ><em>una donna talmente in gamba da essere assurta alla direzione generale di Farmindustria"; secondo <a href="http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=28734">Feltri</a> </em></span><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" class="newsSottotitolo" ><em>"Anche chi non ha dimestichezza con certi affari comprende: siamo di fronte a un gigantesco conflitto di interessi; il responsabile del dicastero (sia pure tramite il sottosegretario Fazio) controlla la Salute pubblica, e sua moglie è al vertice non di un’azienda di elettrodomestici bensì di un colosso quale Farmindustria che, come dice la parola stessa, si occupa di farmaci.</em></span><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">" Peccato che cercando su </span><a style="font-family: courier new;" href="http://www.libero-news.it/articles/view/494283">Libero</a><span style="font-family:courier new;"> (nel medesimo momento in cui scrivo) l'articolo integrale, ci si ritrovi davanti ad un "Pagina non disponibile - La pagina richiesta non è raggiungibile - </span><strong style="font-family: courier new;"></strong><span style="font-family:courier new;">Cause possibili: 1. L'indirizzo url della pagina non è corretto 2. Il sito è in fase di aggiornamento, riprovi più tardi.</span></span><br /></div><!-- Fine Codice ShinyStat --><br /><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a>Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-77006948020273869842011-01-16T06:55:00.000-08:002011-01-16T07:19:50.575-08:00MORIRE DI LICENZIAMENTO<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.turicampo.it/wp-content/uploads/2007/09/cappio.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 250px; height: 347px;" src="http://www.turicampo.it/wp-content/uploads/2007/09/cappio.jpg" alt="" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: center;"><span style="font-weight: bold;font-size:180%;" ><span style="font-family:courier new;">Licenziato per 5 euro, si impicca in Sicilia<br /></span></span><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">Biglietto alla moglie per chiedere scusa.<br /></span></span><br /></div> <span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">Un impermercato licenzia un lavoratore che non ruba ma monetizza un benefit; il lavoratore, un trentenne sposato e padre di un figlio di tre anni, cade in depressione, non regge l'umiliazione e l'attesa del ricorso al giudice e decide di impiccarsi.</span></span> <span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;"><br /><br />Ammetto che sarei curioso di sapere di quale ipermercato si tratti, certo, non sarebbe proprio una bella pubblicità, in netto contrasto con tutti quei volantini farciti di coppie giovani, belle e sorridenti che intasano le nostre cassette della posta, oserei dire un'umiliazione per il nome dell'azienda ma, il caso vuole che tutti i giornali abbiano dimenticato di scriverlo: sbadati, smemorati o un tantinello zoccole?<br /><br />Ciò che è certo è che licenziare si può, alla faccia dell'articolo 18 (difficile pensare ad ipermercati con meno di 15 dipendenti) che comunque, grazie ai tempi biblici della giustizia italiana in generale e quella siciliana in particolare è un'arma spuntata nei confronti di chi applica sanzioni disciplinari sproporzionate rispetto alle mancanze ed alle violazioni contrattuali commesse dai dipendenti per non parlare poi, delle attenzioni rivolte a certi dipendenti scomodi, attenzioni in odore di mobbing, problema di cui oramai non si parla più perchè c'è la crisi, c'è stata la botta dei subprime, ci sono i cinesi e bla bla bla dicendo.<br />Il malfunzionamento della macchina pubblica e nel caso specifico della giustizia, rende il licenziamento un formidabile deterrente nei confronti dei lavoratori magari già "rieducati" da anni di precariato; il "bello" del licenziamento è che non colpisci solo il lavoratore ma anche la sua famiglia e quando il licenziamento è immotivato (o è un modo per togliersi dalle balle lavoratori scomodi dando allo stesso tempo un segnale forte agli altri lavoratori) mi ricorda le vendette trasversali di cosa nostra in cui si colpivano i famigliari dei bersagli e non i bersagli stessi.<br /><br />Chi sa qual'è il motivo che ha spinto quel lavoratore a monetizzare i buoni sconto e chi sa se lo stipendo del lavoratore rispettava l'articolo 36 della Costituzione che comunque sarebbe oramai norma e non eccezione ma tanto a chi gliene frega che venga violata la Costituzione? A ben pochi tra questi pochi, ancor meno saranno, sempre che ci siano, onorevoli, senatori e compagnia bella che anche se(e quando )lavorano, lavorano poco e male e di licenziarli, proprio non ci riesce.</span></span> </div><br /><br /><!-- Inizio Codice ShinyStat --><script type="text/javascript" language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73"></script><noscript><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a></noscript><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-13553765123471991872010-09-01T14:47:00.000-07:002010-09-01T16:40:31.021-07:00CATTIVI SEGNALI<div align="justify"><a href="http://ima.dada.net/image/medium/7135229.jpg"><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 293px; CURSOR: hand; HEIGHT: 366px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://ima.dada.net/image/medium/7135229.jpg" border="0" /></a><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">Quando a giugno (1)il Ministro Tremonti parlò della possibilità di modificare l'articolo 41 della Costituzione (2), ebbi un brutto presentimento poichè, l'articolo in questione recita tra l'altro che l'iniziativa economica privata, pur essendo libera non può "recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana".<br />La notizia di tale modifica, presentata come "misura straordinaria per la libertà d'impresa", faceva temere in realtà l'eliminazione dalla Costituzione di parte delle tutele per i lavoratori che comunque non di rado oggi, in violazione delle leggi, vengono negate.<br /><br />Il timore s'è rivelato fondato e qualche giorno fà, il Ministro Tremonti ha dichiarato che «robe come la 626 (la legge sulla sicurezza sul lavoro) sono un lusso che non possiamo permetterci. Sono l'Unione europea e l'Italia che si devono adeguare al mondo»(3). Amen.<br /><br />Forse, sarebe il caso di ricordare, giusto per fare un esempio che durante il processo alla Thyssenkrupp che "secondo quanto riportato da un rapporto scritto dai tedeschi, in Germania si lavora in locali puliti, ordinati e sicuri, in Italia no"; i tedeschi sarebbero rimasti "sconvolti dalla situazione di lavoro italiana, senza pulizia e senza sicurezza" e che" persino Herald Espenhahn, ora accusato di omicidio volontario, quando veniva a Torino si lamentava della sporcizia dell'ambiente". </span><br /></span><div align="justify"><span style="font-family:courier new;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Fa sorridere, ma è un sorriso amaro, chi, dopo aver raccontato le cause della situazione attuale, "cerca di indicare una strada percorribile per superare questo momento, per vincere la paura e tornare alla speranza", precisando che "La pianta della speranza non può nascere solo sul terreno dell'economia, ma soprattutto su quello della morale e dei principi"; non può non far sorridere amaramente sapendo che queste parole sono riportate su "La paura e la speranza", scritto da Giulio Tremonti(5), lo stesso Giulio Tremonti che frenò sulla norma che poneva un tetto agli stipendi dei manager; come la frenò? Semplice, dichiarandola "incostituzionale"(6).</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:Courier New;font-size:130%;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"></div><br /><div align="center"><embed src="http://www.youtube.com/v/tOoO8F4JQbk?fs=" width="480" height="385" type="application/x-shockwave-flash" hl="it_IT" allowfullscreen="true" allowscriptaccess="always"></embed></div><br /><div align="justify"><br /></div></span><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">(1) </span><a href="http://www.corriere.it/economia/10_giugno_04/tremonti-berlusconi-liberta-impresa_e4ba8080-6feb-11df-b547-00144f02aabe.shtml"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Corriere della Sera, 4 giugno 2010</span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"><br /><br />(2) </span><a href="http://www.governo.it/Governo/Costituzione/1_titolo3.html"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Articolo 41:</span></a><br /><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">L'iniziativa economica privata è libera.<br />Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.<br />La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.<br /><br />(3) </span><a href="http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=116218"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Il Messaggero</span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"><br /><br />(4) </span><a href="http://www.videopiemonte.it/cronaca/5846_thyssen-italiani-poco-sicuri.html?pag=3010"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Video Piemonte 12 marzo 2009</span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"> </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">(5) </span><a href="http://www.bol.it/libri/paura-speranza.-Europa-crisi/Giulio-Tremonti/ea978880458066/;jsessionid=97328AA7B41DCE875291BCE77AAE2369"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">La paura e la speranza</span></a></div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="justify"><span style="font-size:130%;">(6) <a href="http://articolotrentasei.blogspot.com/2010/04/tremonti-incostituzionale-il-tetto-agli.html">Articolo 36 5 aprile 2010</a></span></div><div align="justify"></div></div><br /><!-- Inizio Codice ShinyStat --><br /><script language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73" type="text/javascript"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript><br /><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-49099396312239684882010-06-25T07:13:00.000-07:002010-06-25T08:24:01.487-07:00COMPETITIVITA’: FIGLI E FIGLIASTRI<div align="justify"></div><div align="center"><embed src="http://www.youtube.com/v/y5FPHZmmN9I&hl=" width="480" height="385" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" fs="1&"></embed></div><div align="justify"><br /></div><div align="center"><span style="font-size:130%;">"<em><strong>BASTA CON QUESTA GUERRA DI MORTI DI FAME CONTRO MORTI DI FAME</strong></em>"</span></div><div align="justify"><br /><span style="font-size:130%;">Un "nuovo" allarme per l’economia europea è stato lanciato qualche settimana fa dalla neopresidente di FIEC (Federazione delle imprese Europee di costruzioni) Luisa Todini: le imprese cinesi.</span></div><div align="justify"><br /><span style="font-size:130%;">Dopo che lo scorso settembre, un consorzio guidato da Covec, (un’azienda statale cinese) si è aggiudicato la gara indetta dal governo polacco e finanziata con fondi Ue e Bei (1) per realizzare un tratto di 90 chilometri della Varsavia-Lodz, aziende cinesi sarebbero “vicine a ottenere la commessa per il raccordo anulare di Bucarest, mentre lavori sono in corso in Albania e Turchia.”</span></div><div align="justify"><br /><span style="font-size:130%;">Secondo la Todini, “l'offerta cinese era manifestamente anomala o incompatibile con le regole Ue” - “aveva un ribasso di 10 punti superiore alla seconda miglior offerta”, presentava un ribasso globale del 30% circa (2) ed inoltre “è stato già appurato in diversi casi che le imprese cinesi, specie quelle di proprietà statale, impiegano condannati per reati comuni quale forza lavoro a costo zero”. </span></div><div align="justify"></div><div align="justify"><span style="font-size:130%;">La “Fiec insieme a Eic (la federazione dei costruttori europei operanti al di fuori della Ue) e Business Europe (la Confindustria europea) hanno denunciato alla Commissione Europea l' episodio e il fatto che le imprese di costruzioni europee non godono di uguali possibilità di accesso al mercato cinese.” (3)</span></div><div align="justify"><br /><span style="font-size:130%;">L’economia cinese, presenta uno dei più bassi costi del lavoro; nel 2009 gli stipendi medi mensili erano di 393 dollari che, con il cambio euro/dollaro a oltre 1,5 (cambio 22 ottobre 2009 ) vuol dire 262 euro; anche se gli stipendi vietnamiti si fermano a 84,3 dollari (56,2 euro), la produttività cinese è la più competitiva del continente asiatico (4).</span></div><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 617px; CURSOR: hand; HEIGHT: 375px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://www.paviatricolore.org/immagini/Laogai.jpg" border="0" /> <div align="justify"><span style="font-size:130%;">Oltre al già bassissimo costo del lavoro cinese, bisogna ricordare i circa 8 milioni di cinesi che lavorano e sopravvivono nei 1.422 laogai, le “aziende - lager” dove un giorno sono stati rinchiusi arbitrariamente e da dove allora lavorano senza paga, tra inaudite torture, violenze gratuite e privazioni di ogni tipo”(5).</span></div><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 302px; CURSOR: hand; HEIGHT: 202px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://milleorienti.files.wordpress.com/2009/06/11.jpg" border="0" /><br /><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 186px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://www.colby.edu/par/Winter%2098/Laogai%20Photo%201.gif" border="0" /> <p align="justify"><span style="font-size:130%;">La pericolosità sociale di tale “competitività” per i lavoratori europei è evidente e l’ipotesi di accordo di libero scambio tra Unione Europea e Corea del Sud che ha recentemente superato un primo passaggio in commissione al Parlamento UE, non promette nulla di buono.<br />L’accordo, che secondo l’ACEA (6) “privilegia chimica ed elettronica ai danni del motoristico e del tessile”, sarebbe una vera“follia”,e consentirebbe ai marchi sudcoreani di abbassare ulteriormente i loro prezzi, circa il 15%, diventando ancora più competitivi. L’Europa rappresenta il 25% delle esportazioni dal paese orientale; “loro vendono 540 mila pezzi in un mercato da 500 milioni di consumatori mentre noi ne piazziamo 32 mila in uno da 50 milioni”; poiché non può non piovere sul bagnato, nell’accordo è inserita la “clausola di Duty Drawback (recupero del dazio). La norma consente di scalare i dazi pagati sui prezzi importati, ad esempio dalla Cina, e impiantati su un veicolo destinato all’Europa sino ad un massimo del 45% dei componenti dello stesso. Se comprate un’autoradio cinese pagate un dazio del 40%; se la comprano i coreani e la mettono sulla vostra macchina, non pagano un cent. Uno studio Credit Suisse calcola che ciò garantisce 500 euro di minori costi per un’utilitaria. Il che porta il vantaggio di Seoul a 1.500 per ogni immatricolazione.”(7)</span><br /><br /><span style="font-size:130%;">Anche la Cina però, delocalizza: nel giugno 2009 è stato firmato in Francia il protocollo d’intesa per “Chateauroux business” che prevede nella città francese di Chateauroux, la creazione di 4mila posti di lavoro di cui l’80% (il grosso di operai e tecnici), dovrà essere riservato alla manodopera locale mentre saranno almeno 800 i dirigenti cinesi; si creeranno basi logistiche, centri di ricerca e sviluppo ed unità produttive, probabilmente di assemblaggio di componenti fatti in Cina; i prodotti finiti però, potranno portare l’etichetta “made in Europe”; si tratterà essenzialmente di aziende high tech attive nella telefenoia, nell’informatica e nell’elettronica.(8)</span></p><div align="justify"><span style="font-size:130%;"></span></div><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 470px; CURSOR: hand; HEIGHT: 352px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://www.kaclub.it/ka/public/file/temp/20090427_214202_Fiat_Auto_Polan.jpg" border="0" /> <div align="justify"><span style="font-size:130%;">Se la competizione salariale tra Europa e Cina è oggettivamente impossibile, quella tra gli stessi membri dell’Unione Europea non è molto più facile; prendiamo il caso degli operai polacchi dello stabilimento FIAT di Tychy: un operaio carrellista con 25 anni di anzianità ed un contratto da 48 ore settimanali “guadagna 2 mila zloty netti al mese (circa 400 euro), in un Paese in cui un professore universitario a fine carriera intasca 2.500 zloty e in una regione in cui l' affitto di un bilocale periferico costa mille zloty (200 euro)”(9).</span></div><br /><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 278px; CURSOR: hand; HEIGHT: 278px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://culturafrusinate.files.wordpress.com/2010/01/fiat-operai.jpg" border="0" /> <p align="justify"><span style="font-size:130%;">Ora, tralasciamo il fattore produttività il cui aumento, nel momento in cui le vendite di automobili crollano, non credo sia il principale obiettivo (salvo che qualcuno si sia dimenticato di dire che abbia intenzione di chiudere altri stabilimenti con conseguenti ulteriori massicci esuberi), ipotizziamo per un attimo che “coraggiose” istituzioni ed organizzazioni sindacali accettassero l’adeguamento delle retribuzioni italiane a quelle polacche, è evidente che sarebbe arduo arrivare alla prima settimana del mese, altro che 4a ma, evidentemente, un limite “al ribasso” è concepibile solo per le commesse pubbliche e per le imprese, non per i lavoratori e l’articolo 36 (e non solo) della Costituzione, può essere omertosamente sacrificato sull’altare non del liberismo, ma di una pericolosa forma di anarchia dove a prevalere non è la democrazia ma il più forte, il più spregiudicato e, non c'è flessibilità, non c'è precariato, non c'è alleggerimento degli obblighi sulla sicurezza dei lavoratori che possano impedire un disastro sociale e democratico.</span><br /><br /><span style="font-size:130%;">(1) "La BEI appartiene agli Stati membri dell'Unione europea. Questi ne sottoscrivono congiuntamente il capitale secondo una ripartizione che riflette il peso economico di ciascuno nell’UE. La BEI non utilizza fondi del bilancio dell’UE. Si finanzia invece da sola mediante l’emissione di prestiti sui mercati finanziari.<br />Poiché i suoi azionisti sono gli Stati membri dell'UE, la BEI beneficia sul mercato dei capitali del migliore rating di credito (tripla A), che le consente di mobilitare, a condizioni estremamente competitive, importanti volumi finanziari. Non avendo scopo di lucro, è in grado di offrire condizioni di credito altrettanto favorevoli. Non può tuttavia coprire più del 50% del costo totale di un singolo progetto." </span><span style="font-size:130%;">(2) Il Sole 24 Ore 29 maggio 2010<br />(3) Corriere Economia 7 giugno 2010<br />(4) Il Sole 24 Ore 15 giugno 2010<br />(5) Il Giornale 19 giugno 2010<br />(6) Associazione Europea dei Costruttori d’Auto (European Automobile Manifacturers’ Association)<br /></span><span style="font-size:130%;">(7) La Stampa 24 giugno 2010 </span><span style="font-size:130%;">(8) Il Sole 24 Ore 8 giugno 2010<br />(9) Corriere della Sera 18 giugno 2010 </span></p><br /><!-- Inizio Codice ShinyStat --><br /><script type="text/javascript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript><br /><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-3830275709710777702010-06-19T01:06:00.000-07:002010-06-19T03:55:47.549-07:00"COMUNICHI AL SENATORE AGNELLI...<div align="justify"><a href="http://www.ilduce.net/Propaganda%20e%20Manifesti/Galleria1/25a.jpg"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 351px; CURSOR: hand; HEIGHT: 554px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://www.ilduce.net/Propaganda%20e%20Manifesti/Galleria1/25a.jpg" border="0" /></span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"><br /><br />"Comunichi al Senatore Agnelli che nei nuovi stabilimenti Fiat devono esserci comodi e decorosi refettori per gli operai. Gli dica che il lavoratore che mangia in fretta e furia vicino alla macchina non è di questo tempo fascista. Aggiunga che l'uomo non è una macchina adibita ad un'altra macchina." Firmato, Benito Mussolini.<br /><br />Il testo di questo telegramma, datato 16 luglio 1937 ed indirizzato al Prefetto di Torino, è tratto dagli archivi di Duilio Susmel ed è stato pubblicato il 30 gennaio 2002 dal quotidiano Libero.<br /><br />Senza entrare nel merito di dolorose vicende politiche dal tragico epilogo e comunque legate ad un periodo storico nel quale il Paese era "ufficialmente" governato da una dittatura, rileggendo queste righe, viene naturale l'accostamento con le vicende dei giorni nostri che più o meno si possono riassumere o mglio, ce le riassumono, così:<br />un'impresa privata che vuole investire diverse centinaia di milioni di euro per spostare la produzione della nuova Panda dalla Polonia allo stabilimento di Pomigliano D'Arco, è ostacolata nel suo caritatevole intento da un gruppo di irriducibili operai che non vogliono saperne di perdere parte dei propri privilegi attirando forti critiche e duri attacchi trasversalmente dalla maggioranza e da buona parte dell'opposizione, dai media, dalle principali organizzazioni sindacali, dalla Confindustria oltre che naturalmente dalla stessa FIAT.<br />In effetti, come giustificare la riluttanza di questi operai a cui tra l'altro, non si toccano nè lo yacht battente bandiera panamense nè il conto alle Bermuda? Non ce l'hanno? Cazzi loro, evidentemente non hanno ancora capito che, di che mondo e mondo, da Lampedusa ad Aosta, il vero, unico inno nazionale è "Simmo 'e Napule paisà". Poi parliamoci chiaro, l'operaio che fa casino, che sciopera e manifesta, dà fastidio e provoca disagi, l'operaio che crepa invece fa audience, offre visibilità ad alte cariche e bassi portaborse, a maggioranza, opposizione, sindacati e a non pochi paraculo.<br /><p align="center"><embed src="http://www.youtube.com/v/0naDjAo7_Ew&hl=" fs="1&" width="480" height="385" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true"></embed></p><br />Per ora però, preferisco mettere da parte questi scriteriati che, a fronte di un evento prospettato più unico che raro e cioè, che un'impresa investa soldi propri, stanno ancora a tergiversare invece di offrire prontamente mogli, figlie e visto che l'omofobia sembra essere il male primo che attanaglia il Paese (al pari del "traffico" per Palermo di "Benignana memoria"), anche nerboruti giovanotti.<br /><br />Certo, se si dovessero paragonare le parole del Duce dittatore (e le maniere da dittatura sono ben esplicate dal manifesto/monito dell'epoca) alle posizioni assunte da laici democratici convertiti all'adorazione dell'agnello d'oro del denaro e del potere, sapientemente rivestito di mercato e liberismo, un pò d'ironia ci scapperebbe; l'importante è però, che siano loro a non provare il minimo imbarazzo.</span><br /><br /><br /><!-- Inizio Codice ShinyStat --><script language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73" type="text/javascript"></script><noscript><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a></noscript><!-- Fine Codice ShinyStat --></div>Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-18336644020789657892010-06-08T02:07:00.000-07:002010-06-08T23:41:52.810-07:00PENSIONE:PER MOLTI MA NON PER TUTTI<div align="justify"><a href="http://eventibusflexus.files.wordpress.com/2009/06/scheletro-scrittore.jpg"><span style="font-size:130%;"><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 504px; CURSOR: hand; HEIGHT: 494px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://eventibusflexus.files.wordpress.com/2009/06/scheletro-scrittore.jpg" border="0" /></span></a><span style="font-size:130%;"> <span style="font-family:courier new;">Oggi il "buongiorno" ce lo da <a href="http://www.repubblica.it/economia/2010/06/08/news/rivoluzionata_l_et_pensionabile_i_giovani_lasceranno_a_70_anni-4656722/">La Repubblica</a> informandoci che l'età per poter andare in pensione verrà alzata nel corso degli anni fino ad arrivare a regime, a 69 anni e 4 mesi per la pensione di vecchiaia e 66 anni e 4 mesi per la pensione di anzianità che saranno sempre più rare visto che entrare nel "mercato del lavoro" è sempre più difficile mentre uscirne è facilissimo, senza contare tutte quelle porcherie, pardon, forme contrattuali che portano ad avere contributi a "singhiozzo". </span></span></div><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Ciò che è veramente importante è non perdere l'ottimismo e continuare a lavorare e versare (donare?) contributi che ci faranno godere, per chi ci campa, di "ricche" pensioni. Una domanda però sorge spontanea: e se invece di aspettare i 70 anni, si cominciasse da subito a chiedere l'elemosina?<br /><br />Il lato positivo, come ci ricorda "</span><a href="http://www.repubblica.it/economia/2010/06/08/news/da_2_a_5_anni_in_pi_di_lavoro_cos_il_governo_allunga_l_attesa-4656798/"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">La Repubblica</span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">", c'è: la riforma "forse sarà apprezzata in Europa e dai mercati"; peccato che il concetto di Europa sia poco chiaro; a chi ci rivolge? al popolo Europeo o alla BCE (Banca Centrale Europea) e alle varie lobby che ruotano attorno e dentro al Parlamento Europeo? </span></div><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"></span></div><div align="justify"><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">Anche sui "mercati non sono in pochi ad avere le idee un pò confuse, anche Eddie Murphy in "Una poltrona per due", inizialmente non aveva idea di come funzionassero i mercati ma, alla fine del film dimostrò di aver capito il meccanismo assistendo alla rovina dei fratelli finanzieri Duke che attraverso sbagliate "vendite allo scoperto" (cioè senza avere effetivamente il possesso dei titoli azionari) di "futures" (titoli azionari che in realtà sono "scommesse") finiscono in malora e, peccato per loro, non c'è nessuno Stato che li aiuta coi soldi (veri) dei contribuenti; un film davvero interessante anche se, non ho ben chiaro perchè il titolo originale "Trading places" che potremmo tradurre come "luoghi di negoziazione" sia potuto diventare "Una poltrona per due"; certo, con la traduzione letterale borsa e finanza non ci fanno una bella figura.<br /></span><br /></span></div><div align="center"><span style="font-family:courier new;"><span style="font-size:130%;"><embed src="http://www.youtube.com/v/0rd0qcNKkGA&hl=" width="480" height="385" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" fs="1&"></embed></span></span></div><div align="justify"><span style="font-size:130%;"><br /></span></div><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Non dobbiamo però peccare di egoismo; chi sa con quanto dolore i parlamentari italiani sanciranno l'ennesimo obolo per i cittadini italiani; fortunatamente per loro, non dovranno aspettare i 70 anni per aver diritto ad una piccola, sudata, pensioncina.<br /></span></div><div align="justify"><br /></div><div align="center"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"><embed src="http://www.youtube.com/v/oXFTkM6PsmM&hl=" width="480" height="385" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" fs="1&"></embed></span></div><div align="justify"></div><br /><script language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73" type="text/javascript"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript>Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-19854894394315159642010-06-05T07:59:00.000-07:002010-06-08T23:43:49.833-07:00UOMINI IN PENSIONE PRIMA: IL TIMORE DI GIULIANO CAZZOLA<div align="justify"><a href="http://mystagedlife.com/wp-content/uploads/2007/11/elderly_people.jpg"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 640px; CURSOR: hand; HEIGHT: 535px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://mystagedlife.com/wp-content/uploads/2007/11/elderly_people.jpg" border="0" /></span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"><br /><br /></span><br /><br /><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Con la "storiella" della sentenza della Corte di Giustizia Europea che "condanna" l'Italia all'innalzamento dell'anzianità per il pensionamento delle donne, buona parte dell'informazione italiana fa l'ennesima figuraccia; sembra quasi di essere davanti ad un "sistema dei giornalisti", proprio come lo definì l'ex Capo Dipartimento Aviazione Civile Bruno Salvi in merito alla "triplicazione" dei costi in Alitalia (1); le dichiarazioni di Salvi fanno avere l'impressione che in Italia, ad un futuro di bocche chiuse per la "legge bavaglio", si contrapponga un passato ed un presente di bocche chiuse perchè "piene".<br /><br />L'Italia in realtà viene quindi "condannata" alla pari anzianità per il pensionamento dei dipendenti pubblici uomini e donne e ciò è ben chiaro all'ex Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Cazzola che su QN - Quotidiano Nazionale del 4 giugno 2010 ammette il "rischio" che i dipendenti pubblici maschi possano "avvalersi dei requisiti vigenti per le loro colleghe nella fase transitoria" definendo tale possibilità "un bel guaio per i conti pubblici".<br /><br />"Un bel guaio" perchè lo Stato dovrebbe da un lato pagare le pensioni agli uomini che vanno in pensione alla stessa età delle donne (quindi a 60 anni) e gli stipendi ai lavoratori che dovrebbe assumere per sostituire i nuovi pensionati il chè, fermo restando che in determinati casi, con taluni dipendenti pubblici bisognerebbe usare la "frusta", è da capire fino a che punto sia un male poichè nuove assunzioni in enti ed aziende pubbliche contribuirebbero a far crescere il numero degli occupati ed i consumi con benefici limitati per l'economia nazionale a causa dell'emmorragia di aziende che delocalizzano (anche grazie ad aiuti pubblici) in paesi che presentano pressione fiscale e costi in generale e del lavoro in particolare, nettamente inferiori a quelli italiani ma aassolutamente in linea con il locale costo della vita.<br /><br />Le aziende delocalizzano e le casse pubbliche da un lato perdono miliardi di entrate fiscali e dall'altro sborsano fior di miliardi in ammortizzatori sociali.</span></div><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">La delocalizzazione non è che una delle "cause", assieme a corruzione e "malafinanza", di quella che genericamente viene chiamata "crisi", una "causa" contro la quale i rimedi "attivi" latitano ementre prosperano quelli "passivi" ma i rimedi passivi come le pensioni a 65, a 70 o anche a 75 anni (per chi ci campa) sono semplicemente un palliativo, buono a prender tempo, a far fare ancora la bella vita ad una sempre più ristretta cerchia di "eletti" ed a impoverire ulteriormente, anche come qualità della vità, buona parte della popolazione, compromettendo sempre più quel "rapporto diretto, e anche statisticamente significativo, fra reddito pro capite e livello dei diritti e della libertà politica(2)” che è alla base della Democrazia.</span></div><br /><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Note:</span></div><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">(1) Alitalia, biglietti e "sistemi". </span><a href="http://www.youtube.com/watch?v=uhZM-oQDQmU"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">http://www.youtube.com/watch?v=uhZM-oQDQmU</span></a></div><div align="justify"><span style="font-size:130%;"><span style="font-family:courier new;">(2) "La Democrazia ed il mercato"- </span><span style="font-family:Courier New;"><span style="font-family:courier new;">Jean-Paul Fitoussi</span> </span></span><script language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73" type="text/javascript"></script></div><br /></div>Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-2464957845482683242010-06-03T13:40:00.000-07:002010-06-04T09:24:14.719-07:00Unione Europea: uomini italiani in pensione prima?<span style="font-family:Courier New;font-size:130%;"></span><a href="http://quattroparole.files.wordpress.com/2009/06/unioneuropea.jpg"><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 300px; CURSOR: hand; HEIGHT: 297px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://quattroparole.files.wordpress.com/2009/06/unioneuropea.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Ultimatum dell'Unione Europea: gli uomini italiani devono andare in pensione a 60 anni. </span></div><br /><p align="justify"><br /></p><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Leggendo ciò, chiunque abbia dato un'occhiata alle prime pagine dei principali quotidiani nazionali, sarà verosimilmente rimasto abbastanza perplesso. Cosa riportavano le prime pagine di oggi?</span></div><br /><p align="justify"><br /></p><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Corriere della Sera: Ultimatum Ue "Donne al lavoro fino a 65 anni"</span></div><br /><div align="justify"><br /></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">La Repubblica: La Ue: subito le donne in pensione a 65 anni</span></div><br /><div align="justify"><br /></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">La Stampa: L'Ue all'Italia: donne al lavoro fino a 65 anni</span></div><br /><div align="justify"><br /></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Il Giornale: La Ue: alzare l'età. Pensione a 65 anni. Per le donne sarà un affare.</span></div><br /><div align="justify"><br /></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Il Sole 24 Ore: In pensione più tardi le statali - La commissaria Reding impne il ritiro a 65 entro il 2012</span></div><br /><div align="justify"><br /></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Libero: Su pressione dell'Europa. Donne in pensione all'età degli uomini. C'è l'intesa PdL - PD.</span></div><br /><div align="justify"><br /></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Nessun riferimento alla vicenda sulla prima pagina de L'Unità.</span></div><br /><div align="justify"><br /></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">La pensione per gli uomini a 60 anni però, oltre a sembrare uno scherzo rappresenta anche un'altra chiave di lettura della sentenza del </span><a href="http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:62007J0046:IT:HTML"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">13 novembre 2008</span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"> (</span><a href="http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:62007J0046:EN:HTML"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">sentenza originale</span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"> ed </span><a href="http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:62007J0046:EN:NOT"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">allegati</span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">) della IVa sezione della Corte di Giustizia Europea da cui scaturisce tutta la vicenda; la Corte di Giustizia Europea ha infatti statuito che"Mantenendo in vigore una normativa in forza della quale i dipendenti pubblici hanno diritto a percepire la pensione di vecchiaia a età diverse a seconda che siano uomini o donne, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi di cui all’art. 141 CE" e cioè, come ci </span><a href="http://www.politichecomunitarie.it/newsletter/15606/occhio-allinfrazione#articolo"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">spiega</span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"> il Dipartimento delle Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del "Trattato che istituisce la Comunità europea".</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Se andiamo a vedere il </span><a href="http://eur-lex.europa.eu/it/treaties/dat/11997D/htm/11997D.html#0001010001"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Trattato di Amsterdam</span></a><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"> (che a sua volta "modifica il Trattato sull'Unione Europea" ed "i trattati che istituiscono le Comunità Europee") all'articolo 141 non troviamo mica che le donne italiane devono andare in pensione a 65 anni; l'articolo in questione dovrebbe tutelare da discriminazioni e quindi, dove sta scritto che i "discriminati" non siano gli uomini? Dove sta scritto che abbassando l'età di pensionamento degli uomini, l'Italia non assolva a quanto previsto dall'articolo 141 del trattato di Amsterdam e quindi, da qaunto sentenziato dalla Corte di Giustizia Europea? </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Quanto riportato dai media corrisponde alla verità oppure, è una mezza verità oltre che naturalmente, una mezza, importante, omissione?</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Quì naturalmente, si contesta la "forma" poichè la "sostanza" e cioè la "fattibilità" di un abbassamento dell'età pensionabile degli uomini è attualmente abbastanza improbabile (sull'impossibilità, qualche riserva potrei averla) a causa delle possibilità economiche del Paese ed è sulle possibilità economiche del Paese e sulle cause di tali condizioni che bisognerebbe riflettere seriamente ed agire.</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:Courier New;font-size:130%;">Comunque sia, sarebbe il caso di ricordare che attualmente l'Italia ha "appena" <a href="http://www.politichecomunitarie.it/attivita/15141/dati#aperte">121 procedure d'infrazione</a> aperte dall'Unione Europea.</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:Courier New;font-size:130%;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:Courier New;font-size:130%;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Articolo 141 del Trattato di Amsterdam</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">1. Ciascuno Stato membro assicura l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore.<br />2. Per retribuzione si intende, a norma del presente articolo, il salario o trattamento normale di base o minimo e tutti gli altri vantaggi pagati direttamente o indirettamente, in contanti o in natura, dal datore di lavoro al lavoratore in ragione dell'impiego di quest'ultimo.<br />La parità di retribuzione, senza discriminazione fondata sul sesso, implica:<br />a) che la retribuzione corrisposta per uno stesso lavoro pagato a cottimo sia fissata in base a una stessa unità di misura,<br />b) che la retribuzione corrisposta per un lavoro pagato a tempo sia uguale per uno stesso posto di lavoro.<br />3. Il Consiglio, deliberando secondo la procedura di cui all'articolo 251 e previa consultazione del Comitato economico e sociale, adotta misure che assicurino l'applicazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, ivi compreso il principio della parità delle retribuzioni per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore.<br />4. Allo scopo di assicurare l'effettiva e completa parità tra uomini e donne nella vita lavorativa, il principio della parità di trattamento non osta a che uno Stato membro mantenga o adotti misure che prevedano vantaggi specifici diretti a facilitare l'esercizio di un'attività professionale da parte del sesso sottorappresentato ovvero a evitare o compensare svantaggi nelle carriere professionali."</span></div><br /><script language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73" type="text/javascript"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript>Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-28640272953775411982010-06-01T03:40:00.000-07:002010-06-03T13:40:02.749-07:00LIBERTA’: TRA LAVORO ED IMPRESA<div align="center"><a href="http://milocca.files.wordpress.com/2009/01/il-lavoro-rende-liberi.jpg"><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 492px; CURSOR: hand; HEIGHT: 295px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://milocca.files.wordpress.com/2009/01/il-lavoro-rende-liberi.jpg" border="0" /></a><strong><span style="font-family:courier new;font-size:180%;">"Arbeit macht frei"</span></strong></div><div align="center"><strong><span style="font-family:courier new;font-size:180%;">"Il lavoro rende liberi"</span></strong></div><div align="center"><span style="font-family:courier new;font-size:85%;">(messaggio di benvenuto posto all'ingresso di numerosi </span><span style="font-family:courier new;font-size:85%;">campi di concentramento nazisti)</span></div><div align="center"><span style="font-family:Courier New;font-size:85%;"></span></div><div align="center"></div><div align="center"></div><div align="center"><span style="font-family:courier new;"><span style="font-size:180%;"></div></span></span><div align="center"><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;"></span></div><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Partendo dalla scontata premessa che la funzione della Costituzione non è quella di privilegiare una determinata categoria di cittadini ma di salvaguardare la democrazia e quindi l’intero sistema Paese, voglio dedicare qualche minuto alla “libertà d’impresa”.</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">L’articolo 36 che tutela (o meglio dovrebbe) la dignità dei lavoratori fa parte della stessa Costituzione che all’articolo 41 sancisce che “l'iniziativa economica privata è libera”; lo stesso articolo recita anche che “ non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” e demanda alla legge per la determinazione de “i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.”</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">La Costituzione quindi non fa altro che ribadire il giusto concetto di libertà, cioè, liberi di fare tutto ciò che non nuoce agli altri e quindi libertà di fare impresa rispettando la dignità dei lavoratori il che comporta adeguati salari oltre che orari, periodi di riposi, tutela della salute, etc.; l’articolo 41 quindi rafforza quanto già espresso nell’articolo 36. </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Naturalmente per poter offrire ciò ai lavoratori, l’impresa deve avere un adeguato utile ma ciò non è possibile per tutte le attività imprenditoriali o magari è possibile solo in alcuni periodi; pensiamo ad esempio ai servizi pubblici come la scuola, la sanità, i trasporti pubblici, la giustizia, la difesa e la sicurezza, etc. o a settori di nicchia come l’industria aerospaziale, della difesa e che comunque abbiano una forte incidenza di “ricerca e sviluppo” (R & D – Research and Development) che poi fa da traino ad una buona parte dell’industria nazionale; questi sono i casi in cui l'attività economica pubblica e privata può essere indirizzata e coordinata a fini sociali che sia ben chiaro, non vuol assolutamente dire “privatizzare gli utili e socializzare le perdite” come oramai si ripete continuamente da “devastante prassi consolidata” nel nostro Paese, vedi il caso delle “privatizzazioni a debito” o le varie rottamazioni che favoriscono più chi importa dall’estero che non le industrie nazionali che producono sul territorio nazionale, fanno lavorare connazionali e pagano le tasse in Italia oltre che naturalmente, le aziende che operano nel settore creditizio perché, difficilmente chi ad esempio ha approfittato delle varie rottamazioni del settore automobilistico, non si è avvalso di prestiti e finanziamenti vari. </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">A proposito delle privatizzazioni, considerando l’esperienza italiana in tal senso, c’è da chiedersi se per il sistema paese sia ad esempio meglio un’azienda di un dato settore che fattura 5 miliardi di euro ma che abbia utili irrilevanti o magari uguali a zero o ridimensionare la stessa azienda portandola a discreti utili (mettiamo 10 milioni) ma a fronte di un fatturato di 500 milioni impiegando meno dipendenti, erogando servizi ad una cerchia più ristretta di utenti (cittadini), etc. Al di là dei risparmi che si possono attuare optando per l’acquisto di tute da lavoro tunisine, scarpe antinfortunistica marocchine, caschi e giacche nord coreane, auto di servizio rumene (che comunque preferisco rispetto alle “italiane” costruite all’estero), etc. etc. e da vantaggi fiscali ottenibili grazie alla costituzione di società nei paradisi fiscali (alla faccia di chi le tasse le paga in Italia, compresi tutti i lavoratori dipendenti), la sensazione è che in certi casi, gli utili siano più dovuti a pesanti tagli ai salari accompagnati da un’esasperata flessibilità che portano si ad un aumento della produttività ma anche all’umiliazione dell’articolo 36. </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Per contro, è anche vero che molte aziende sottoposte a regime di libera concorrenza, se applicassero contratti di lavoro ai sensi dell’articolo 36, avrebbero il destino segnato essendo impossibile reggere la concorrenza delle aziende straniere che pagano alla manodopera stipendi da 100 - 200 euro, coi quali in Cina o in Vietnam si vive dignitosamente, ci mancherebbe, ma in Italia…."</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Guai" a parlare di “dazi” e/o di “protezionismo” considerati dagli ambienti liberisti politicamente trasversali un pericolo, dazi però, che persino Cina e Vietnam applicano su determinati prodotti importati spingendo e/o ulteriormente incentivando così diverse aziende a insediare stabilimenti produttivi in loco; parlare di dazi in Italia, per taluni liberisti che poggiano le loro onorevoli chiappe al "sicuro", è un sacrilegio e poco importa, se molti di loro, non sono stati “scelti” dagli italiani ma, “votati” grazie ad una legge elettorale che non consentendo ai cittadini di “scegliere” i propri rappresentanti, indebolisce la stessa democrazia oltre a rappresentare un paradosso per il “libero mercato della rappresentanza e quindi della gestione del potere”; deve far riflettere che negli ultimi 15-20 anni, a fronte di un’economia sempre più liberista, ci si è ritrovati con un sistema politico bipolare (basato tra l’altro quasi essenzialmente sulla figura dei due rispettivi leader) che esclude una serie di formazioni politiche minori e “disgusta” milioni di elettori che scoraggiati, rinunziano al loro diritto di farsi rappresentare. </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Ciò che è accaduto più platealmente per i partiti, si è verificato coi sindacati che paradossalmente, pur dovendo rappresentare i lavoratori, vengono riconosciuti non tanto in base alla rappresentatività ma in base alla sottoscrizione di contratti di lavoro stilati dalle aziende; chi li sottoscrive può rappresentare i lavoratori, chi non li sottoscrive non può; appare evidente che tale criterio sarebbe stato giusto nel caso in cui si fosse parlato di “portavoce” aziendali ma non di rappresentanti dei lavoratori; ancor più grave è che anche grazie a contratti sottoscritti da talune blasonate organizzazioni sindacali, c’è un proliferare di retribuzioni mensili da 700, 600, 500 euro e anche meno e ciò pare evidente, in violazione dell’articolo 36 e si badi bene, parliamo di “retribuzioni”, non di“sussidi” come quelli che abbiamo già visto essere bocciati dalla Corte Costituzionale Tedesca; le maggiori organizzazioni sindacali italiane però, non parlano di incostituzionalità delle retribuzioni mentre il Ministro Tremonti si affrettò a definire “incostituzionale” il tetto agli stipendi dei manager. </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Si è avuto quindi un sovvertimento tra le priorità politiche e quelle economiche e, per politica non s’intende certa fanghiglia di inquisiti, pregiudicati, “pianisti”, consumatori (se non dipendenti) di droghe (cocaina compresa) di dubbia provenienza e di servizi di “escort” altrimenti dette zoccole) etc. che appestano il Paese e rappresentano la vera anti politica. </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Qualcosa evidentemente non torna, anche perché non ricordo di liberisti che si stracciavano le vesti quando la UE infliggeva pesanti multe agli allevatori italiani che superavano le “quote latte” che per l’appunto, sono un “limite” alla produzione di latte e che conseguentemente portano ad un aumento dell’import dall’estero; è chiaramente un’interferenza da parte del legislatore che condiziona il mercato (nel senso dell’offerta di latte) con ciò che ne consegue: mancato abbassamento del costo del latte oppure innalzamento, mancata crescita occupazionale o tagli nel settore in Italia, aumento degli utili per le aziende importatrici, perdite per le aziende produttrici italiane, etc. </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:courier new;font-size:130%;">Nella nostra mente non può farsi largo un dubbio: stiamo assistendo al primato delle leggi del liberismo o alle leggi dei più forti o peggio, alle leggi di chi ha meno scrupoli? E se prevalesse la legge di chi ha meno scrupoli, quali effetti ne avrebbero i cittadini e l’intero Paese e soprattutto, potremmo permetterci di restare indifferenti a ciò? Magari suonerà provocatorio ma forse, una risposta potrebbe darcela la stessa Costituzione, con l’articolo 52.</span></div></div><br /><script language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73" type="text/javascript"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript>Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-15323224418575323042010-04-05T03:44:00.000-07:002010-04-05T03:47:43.972-07:00BANANA REPUBLIC E COSTITUZIONE<object width="480" height="385"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/zOa-nDNf2ig&hl=it_IT&fs=1&"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/zOa-nDNf2ig&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object><br /><h3 style="text-align: justify;" class="UIIntentionalStory_Message" ft="{"type":"msg"}"><span class="UIIntentionalStory_Names" ft="{"type":"name"}"> </span><span style="font-weight: bold;font-size:130%;" ><span class="UIStory_Message" style="font-family:courier new;">Da più parti, e non solo da maggioranza ed opposizione, si invocano le "larghe intese" per fare le "indispensabili grandi riforme" e, tra queste, naturalmente, c'è la riforma della Costituzione; una Costituzione che sembra essere sconosciuta e/o conosciuta poco dalla maggioranza della popolazione italiana, da almeno un<span class="text_exposed_hide">...</span><span class="text_exposed_show">a parte dei soggetti che la dovrebbero far rispettare e naturalmente da una parte di coloro che la dovrebbero riscrivere. Ecco, chi la dovrebbe riscrivere la Costituzione italiana? Nel clip allegato, basato su spezzoni di Exit, Report, le Jene, etc., una serie di spunti di riflessione.</span></span></span></h3><br /><!-- Inizio Codice ShinyStat --><br /><script type="text/javascript" language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript><br /><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-17908572786060198742010-04-05T03:30:00.000-07:002010-04-05T03:40:00.460-07:00QUANT'E' LONTANA LA GERMANIA<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://blog.leiweb.it/lavoro/files/2009/10/giustizia.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 250px; height: 265px;" src="http://blog.leiweb.it/lavoro/files/2009/10/giustizia.jpg" alt="" border="0" /></a><!-- Inizio Codice ShinyStat --><div style="text-align: center; font-weight: bold;"><span style="font-weight: bold;font-size:180%;" ><span style="font-family:courier new;">«</span></span><span style="font-weight: bold;font-size:180%;" class="UIStory_Message" >SUSSIDI TROPPO BASSI</span><span style="font-weight: bold;font-size:180%;" ><span style="font-family:courier new;">» </span></span><span style="font-size:180%;"> </span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-weight: bold;font-size:180%;" class="UIStory_Message" > Welfare tedesco bocciato in tribunale</span><br /></div><h3 style="font-weight: bold; text-align: justify;font-family:courier new;" class="UIIntentionalStory_Message" ft="{"type":"msg"}"><span class="UIStory_Message" style="font-size:130%;">Il sistema di sussidi alla disoccupazione di lungo periodo chiamato Hartz IV, varata nel 2004 dal governo di sinistra di Gerhard Schröder, è stato smontato dalla Corte Costituzionale.<br /><br />“Il tribunale di Karlsruhe ha stabilito che il s<span class="text_exposed_show">istema di calcolo di quanto versare a ognuno dei 6,7 milioni di beneficiari del sostegno pubblico è stato fissato arbitrariamente: non tiene conto del fatto che la Legge Fondamentale tedesca stabilisce che ogni cittadino deve avere mezzi sufficienti per una sussistenza dignitosa. È quindi incostituzionale.”<br /><br />“Oggi, un disoccupato in Hartz IV riceve un sussidio di 359 euro (l' affitto è pagato dallo Stato attraverso un altro meccanismo) e per ogni figlio un ulteriore sostegno che varia dai 215 ai 287 euro a seconda dell' età del bambino (fino a 14 anni). Tre cittadini sono ricorsi alla Corte Costituzionale sostenendo che la cifra stabilita per i figli a carico è stata fissata come semplice percentuale di quella del genitore e quindi non tiene conto delle necessità reali dei bambini.<br />La Corte ha dato ragione ai ricorrenti e ha detto che in generale i calcoli dell' Hartz IV vanno rivisti: non ha stabilito che il sussidio va aumentato ma che va calcolato sulla base delle esigenze effettive di chi lo riceve. Il governo si è subito impegnato ad affrontare la questione e a risolverla entro il 1° gennaio 2011 come ordinato dalla Corte.<br />Il risultato sarà quasi certamente un aumento del beneficio, sicuramente di quello percepito dai bambini, che sono 1,7 milioni.”<br /><a href="http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/10/Sussidi_troppo_bassi_Welfare_tedesco_co_8_100210036.shtml">Corriere della Sera, mercoledì 10 febbraio 2010</a><br /><br />Quant’è lontana la Germania dall’Italia; con 359 euro al mese più l’affitto pagato, altro che bamboccioni; peccato che siamo in Italia e qui, non di rado, ammesso che si trovi , ci si può ritrovare con un contratto di lavoro a 500 euro lordi al mese (con cui bisogna anche pagare la casa); oltre alla casa però, troppo spesso ci si trova a dover pagare di tasca propria per servizi pubblici inefficienti.<br />Beninteso, anche in Germania ci sono servizi pubblici, che funzionano però; ciò dimostra che il “problema” non è che tali servizi siano gestiti dal pubblico ma che siano gestiti “all’italiana”.<br /><br />Di rispetto dell’articolo 36 della nostra Costituzione però, non ne parla nessuno, anzi, sono in tanti, in troppi, a chiedere (chiederci) sacrifici da immolare sull’altare di una competitività sovente assurda ed impossibile, di un liberismo che rasenta il canNibalismo sociale che limita la libertà di milioni di lavoratori e cittadini e di un mercato manipolizzabile; detti elementi sono oramai assurti anche nei contesti più laici, a vere e proprie divinità e quindi, di valore anche morale, ben superiore alla nostra Carta Costituzionale.</span></span></h3><noscript></noscript><!-- Inizio Codice ShinyStat --><br /><script type="text/javascript" language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript><br /><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-57670478232167725362010-04-05T02:41:00.000-07:002010-04-05T03:30:08.739-07:00Tremonti: incostituzionale il tetto agli stipendi dei manager<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://disabilitando.files.wordpress.com/2010/01/elemosina2.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px; height: 320px;" src="http://disabilitando.files.wordpress.com/2010/01/elemosina2.jpg" alt="" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-weight: bold;font-size:130%;" >Il Ministro Tremonti frena sulla norma approvata mercoledì in Senato, che impone un tetto agli stipendi dei manager, dichiarandola <a href="http://www.corriere.it/economia/10_gennaio_30/tremonti-manager_d4dee320-0dd2-11df-829b-00144f02aabe.shtml">incostituzionale</a>.</span><br /></div><h3 style="text-align: justify; font-weight: bold;font-family:courier new;" class="UIIntentionalStory_Message" ft="{"type":"msg"}"><span style="font-size:130%;"><span class="UIStory_Message">Peccato che il Ministro Tremonti, al pari di tanti altri, non si sia ricordato del "pavimento", ossia degli st<span class="text_exposed_show">ipendi bassi dei dipendenti, non importa se pubblici o privati.<br /><br />Secondo l'ISTAT, nella sua "<a href="http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20090730_00/testointegrale20090730.pdf">La povertà in Italia nel 2008</a>", la soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti era per il 2008 di 999,67,mensili, cifra che si ottiene dividendo la spesa totale per i consumi delle famiglie per il numero totale dei componenti; da evidenziare che l'ISTAT calcola la spesa media famigliare "al netto delle spese per manutenzione straordinaria delle abitazioni, dei permi pagati per assicurazioni vita e rendite vitalizie, rate di mutui e restituzione dei prestiti".<br /><br />La domanda sorge spontanea: il "pavimento" degli stipendi dei dipendenti rispetta la Costituzione oppure sovente, al grido di "libero mercato con ch</span></span></span><span style="font-size:130%;"><span class="UIStory_Message"><span class="text_exposed_show">iappe altrui" si è "scavato" portando stipendi, dipendenti e relative famiglie nel classico quanto italico "fosso?<br />L'importante in queste circostanze è essere ottimisti anche perchè da più parti, maggioranza, opposizione, etc. si prospetta una soluzione: alzare gli stipendi? No, cambiare la Costituzione. A me onestamente però, sapere che a riscriverla possa essere gente che non la rispetta o la sconosce, non mi rassicura proprio.</span></span></span></h3><!-- Inizio Codice ShinyStat --><br /><script type="text/javascript" language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript><br /><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-57031774196497189732010-04-03T03:35:00.000-07:002010-04-05T03:25:19.260-07:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://balente.files.wordpress.com/2010/01/logo_onu.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 318px; height: 320px;" src="http://balente.files.wordpress.com/2010/01/logo_onu.jpg" alt="" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify; font-family: courier new;"><span style=";font-size:130%;" class="UIStory_Message" >Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamava la Dichiarazione universale dei diritti umani; l'<a href="http://it.wikisource.org/wiki/Dichiarazione_Universale_dei_Diritti_dell%27Uomo_-_UNGA,_10_dicembre_1948">articolo 23</a> ribadisce principi molto simili a quelli espressi dall'articolo 36 della Costituzione italiana, oltre ad introdurne altri; anche quì viene affermato il diritto ad una retribuzione adegua<span class="text_exposed_hide">...</span><span class="text_exposed_show">ta al dignitoso mantenimento della famiglia; basta guardarsi attorno per rendersi conto che praticamente anche in questo caso, si tratta di carta straccia, anzi di carta igienica, così ridotta da economisti, esperti e politicanti della domenica, ad uso e comumo dei poteri forti.</span></span></div><!-- Inizio Codice ShinyStat --><br /><script type="text/javascript" language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript><br /><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3957051473661839259.post-5595130861061576722010-03-16T14:47:00.000-07:002010-06-15T11:50:17.081-07:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.varesepolitica.it/adamoli/files/costituzione-italiana.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 350px; height: 394px;" src="http://www.varesepolitica.it/adamoli/files/costituzione-italiana.jpg" alt="" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" ><br />La sicurezza del potere si fonda sull'insicurezza dei cittadini </span><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >(Leonardo Sciascia)</span><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >***********************************************</span><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Costituzione della Repubblica Italiana</span><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Principi fondamentali</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Art. 36.</span><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >"Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.</span><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.</span><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi."</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >***********************************************</span><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Chi dovesse considerare banale o addirittura “populista” quanto scritto, dovrebbe ricordare che nella gerarchia delle fonti del diritto, la Costituzione è al vertice; tutto il resto non può quindi prescinderne, siano essi decreti legge, contratti collettivi o altro; ciò va tanto più rimarcato, nel momento in cui la classe dirigente del Paese può essere condizionata da conflitti d'interesse e/o da condizionamenti da parte di lobby e/o da "contributi anche eccessivamente discreti” di privati ai partiti ed ai politici; va inoltre aggiunto il drammatico livello di corruzione da cui è afflitta l’italica classe politica (e quindi dirigente) ed un sistema elettorale che impedisce ai cittadini elettori di scegliere la persona a cui dare il proprio voto e, chiamiamola ironia della sorte, questa legge elettorale ha visto crescere a dismisura il numero dei parlamentari idolatori del libero mercato e della competitività. </span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Libero mercato e competitività per “gli altri”, naturalmente, consentendo così che si iniziasse una vera e propria macelleria sociale a cui può essere riconducibile il calo delle nascite ed il continuo declino demografico italiano; non dovrebbe quindi essere inopportuno parlare di castrazione e di sterilizzazione sociale; si dovrebbe riflettere anche sugli aborti che potrebbero essere motivati da ragioni socioeconomiche; che tristezza pensare che i responsabili di ciò magari si fanno belli & bravi in televisione e sui giornali, parlando di famiglia, di valori e magari ci scappa la foto in Vaticano; che squallore. </span><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >E che dire della tanto decantata “sicurezza”? Come si può pensare di combattere la criminalità se non si agisce sulla povertà che è una delle principali cause? La povertà è una delle principali cause della microcriminalità che tra l’altro è quella a cui pare venga data più importanza; ci vorrà per forza chi sa quale esperto per capire e per dire che contro la criminalità bisogna innanzitutto agire sulle cause altrimenti, si tratta di una guerra contro i mulini a vento.</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Purtroppo il popolo italiano è distratto e si fa distrarre e manipolare molto facilmente anche a causa di un sistema mediatico molto “abile” quanto “discutibile” e vi è quindi, una marcata sottovalutazione e/o ignoranza del valore della nostra Costituzione.</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >L’applicazione ed il rispetto dell’articolo 36, come è facile immaginare, ricopre un’importanza vitale per i cittadini, per la democrazia e per la stessa sicurezza dello Stato in quanto, come ha giustamente affermato l’economista Jean-Paul Fitoussi, esiste “un rapporto diretto, e anche statisticamente significativo, fra reddito pro capite e livello dei diritti e della libertà politica.”</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Ciò porta naturalmente a pensare, che l’articolo 36 della Costituzione era stato pensato e scritto per evitare che redditi e salari da fame (oltre che un collocamento inefficace e /o “eccessivamente discrezionale”) portassero ad una regressione della libertà politica e quindi della democrazia, cosa, che in alcuni contesti, s'è puntualmente avverato come testimoniato anche dalle parole del siciliano Leonardo Sciascia.</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Anche il discusso "Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia" alla cui stesura ha dato ampio contributo Marco Biagi, prevedeva l'utilizzo di ammortizzatori sociali che andassero a compensare la maggiore flessibilità dei lavoratori; di flessibilità ne è stata consentita troppa (ed utilizzata ancor di più) mentre per gli scarsi ammortizzatori sociali si è cambiato ben poco ed è stato assolutamente trascurato il fenomeno del mobbing a cui un lavoratore precario e quindi “più debole” è molto più facilmente esposto; si potrebbe dire che il lavoro di Marco Biagi ha prodotto una sorte di "bisturi" sociale; a fare la differenza è chi utilizza tale "bisturi" e c'è molta differenza tra un bravo ed onesto chirurgo e Jack lo squartatore; la legge che ha preso il nome di “Legge Biagi” era comunque già distante dal Libro bianco.</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >E’ disarmante constatare come la classe dirigente italiana possa trasversalmente ignorare questo come altri cardini della Costituzione e della stessa Democrazia ed abbia in più la presunzione di voler riscrivere una Costituzione, scritta da uomini la cui caratura media era ben altra e nella quale vi sono principi essenziali che lor signori ignorano e/o comunque, di cui non tengono conto.</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Il cittadino non ha bisogno delle elemosine che governanti e politicanti della domenica promettono ed elargiscono con i soldi degli stessi cittadini; ai cittadini devono essere riconosciuti i loro diritti e chi riconosce i diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini fa semplicemente il proprio dovere e nulla di più; chi non fa, nella migliore delle ipotesi è un “fannullone”.</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Purtroppo i cittadini ed i lavoratori in particolare sono stati convinti da un vero e proprio "cartello mediatico" trasversale, di essere diventati poveri ma in realtà sono derubati di un diritto costituzionalmente riconosciuto; forse è il caso che i più “distratti” ricordassero che è la Costituzione a riconoscere e garantire la proprietà privata (art. 42) ed è sempre la Costituzione a vietare la riorganizzazione del partito fascista; le cronache lasciano intendere che si sta evidentemente giocando con il fuoco delegittimando la Costituzione e mettendo quindi in discussione le fondamenta democratiche del Paese.</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Essere cittadini e lavoratori poveri e cosa bene diversa da essere cittadini e lavoratori derubati; chi è povero si può deprimere e molti per vivere potrebbero scendere ai più svariati compromessi, accettando anche pesanti umiliazioni da parte del potere e da chi lo rappresenta che evidentemente preferisce dimenticare l’equazione “più povertà = più criminalità” che però, chiunque parli di sicurezza, dovrebbe tenere sempre ben presente.</span><br /><br /><span style=";font-family:courier new;font-size:130%;" >Chi è derubato, chi è sicuro di essere derubato e per l’appunto, tale sicurezza ce la da l’articolo 36, potrebbe invece cercare di riottenere quanto gli è dovuto e pretendere giustizia, potrebbe addirittura pretendere la giusta pena per chi lo ha derubato mettendo così in crisi interi sistemi di potere.</span></div><!-- Inizio Codice ShinyStat --><br /><script type="text/javascript" language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=Emanuele73"></script><br /><noscript><br /><a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"><br /><img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=Emanuele73" alt="Utenti connessi" border="0" /></a><br /></noscript><br /><!-- Fine Codice ShinyStat -->Emanuelehttp://www.blogger.com/profile/00768539870384032762noreply@blogger.com2